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  1. ABBANDONO E DEPOSITO INCONTROLLATO DI RIFIUTI: aspetti sanzionatori e responsabilità soggettive

    ABBANDONO E DEPOSITO INCONTROLLATO DI RIFIUTI: aspetti sanzionatori e responsabilità soggettive

    L'abbandono ed il deposito incontrollato di rifiuti appare a prima vista un argomento minore e forse anche scontato nell'ambito della disciplina della parte quarta del D.Lgs n. 152/06. Invece è un tema oggetto permanente da anni di dibattiti, malintesi interpretativi ed applicativi e diffusissimi contenziosi amministrativi e penali. La relazione delinea un quadro dei vari principi, tracciando anche un parallelo con altre figure giuridiche "omonime" in materia di deposito come il deposito temporaneo ed il deposito preliminare ed i relativi sistemi sanzionatori. Si sofferma sulle ordinanze comunali di rimozione e rimessione in pristino e sui relativi aspetti di accertamenti preliminari soggettivi. Traccia un utile confine tra il riversamento di rifiuti solidi e rifiuti liquidi, chiarendo equivoci sulla confusione con lo scarico abusivo. Affronta il tema della responsabilità soggettive personali a livello amministrativo e penale e la diversificazione dei sistemi sanzionatori. Una relazione di interesse trasversale per i tecnici ARPA, e per tutti coloro che operano nel settore dei rifiuti e per gli organi di controllo ed amministrativi deputati alla vigilanza.

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    € 16,00
  2. Il D.Lgs n. 121/2011 di recepimento della Direttiva 2008/99/CE ha veramente attivato un'efficace tutela penale dell'ambiente nel nostro ordinamento giuridico?

    Il D.Lgs n. 121/2011 di recepimento della Direttiva 2008/99/CE ha veramente attivato un'efficace tutela penale dell'ambiente nel nostro ordinamento giuridico?

    Videorelazione a cura del Dott. Maurizio Santoloci (febbraio 2014)



    Il sistema di tutela penale nel nostro ordinamento giuridico in campo ambientale - da sempre - manifesta una cronica carenza di specifici ed importanti reati (soprattutto delitti) per prevenire e reprimere i crimini dilaganti nel settore - oggi quasi sistematicamente peraltro al confine diretto con i reati a danno della salute pubblica - e comunque ogni altra illegalità diffusa a diversi livelli. Da molti anni si presentano progetti a livello politico per approvare un pacchetto di delitti ambientali, ma poi di fatto nessuna innovazione in tal senso viene varata e le sanzioni di settore restano immutate (reati contravvenzionali, pochissimi delitti e molto frequentemente addirittura sanzioni amministrative). L'ultima grande occasione per far evolvere questa situazione è stata offerta dal recepimento della Direttiva 2008/99/CE che prevedeva la necessità per gli Stati membri di attivare sanzioni penali efficaci, proporzionate e dissuasive. Molti hanno sostenuto che in seguito a tale recepimento, attuato con il D.Lgs n.121/2011, finalmente sono entrati in vigore nel nostro Paese importanti reati ambientali. In questa videorelazione il Dott. Maurizio Santoloci esamina gli aspetti sostanziali delle norme derivanti dal D.Lgs n.121/2011 in relazione ai temi proposti dalla Direttiva, chiedendosi se realmente è stata dunque attivata una reale ed efficace novità per la tutela dell'ambiente a livello giuridico. Una analisi significativa e concreta, priva di ogni contorno astratto e filosofico, dello stato generale del sistema di tutela penale ambientale nel nostro ordinamento giuridico.
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    € 14,00
  3. Rifiuti liquidi in movimento: la disciplina giuridica degli autospurgo e delle illegalita' su strada

    Rifiuti liquidi in movimento: la disciplina giuridica degli autospurgo e delle illegalita' su strada

    Videolezione con supporto di diapositive
    A cura del Dott. Maurizio Santoloci
    Magistrato

    Un DVD su un argomento di interesse per le forze di polizia statali e locali, gli organi amministrativi e le aziende di settore

    Crimini ambientali in movimento. Una videolezione con supporto di diapositive sulle regole giuridiche in materia di rifiuti liquidi industriali e domestici che vengono prelevati dagli autospurgo. Un esame delle varie tipologie di illegalità che si possono riscontrare su strada e nei siti di destinazione, con un approfondimento delle regole generali di base su questo tipo di trasporto e sulla disciplina dei liquami, dei veicoli utilizzati e degli impianti finali di trattamento. Le esatte definizioni giuridiche, i documenti necessari, le destinazioni legali ed illegali, gli "smaltimenti in bianco" durante i percorsi. Da dove vengono gli autospurgo? Qual'è la natura giuridica dei liquami trasportati? Verso quali siti finali si possono dirigere? Un auto spurgo "scarica" o "smaltisce" i liquami? Quali sono le prassi seguite dagli auto spurgo illegali senza iscrizione all'Albo e/o senza formulario? Maurizio Santoloci (magistrato e già membro della Commissione ministeriale per le revisione del T.U. ambientale) sviluppa in questo DVD un percorso ragionato, tracciando alcune procedure interpretative per giungere ad una pratica ed agevole lettura di questi articolati concetti.
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    € 16,00
  4. IL CONCETTO DI SCARICO: LA DEFINIZIONE NORMATIVA. ANALISI E COMMENTO

    IL CONCETTO DI SCARICO: LA DEFINIZIONE NORMATIVA. ANALISI E COMMENTO

    Videorelazione con supporto di diapositive a cura del Dott. Maurizio Santoloci

    Il concetto di scarico nel contesto della disciplina della parte terza del D.Lgs n. 152/06 è spesso oggetto di equivoci interpretativi ed applicativi. A volte infatti si confonde la percezione dello scarico così come recepito nella nostra terminologia comune quotidiana con il principio formale dello "scarico" previsto dalla norma. Sono due realtà ben diverse. Così, come spesso diciamo "il vigile urbano mi ha fatto la multa per divieto di sosta" (mentre la multa è una sanzione penale che sono un giudice penale può irrogare), spesso affermiamo che "l’autospurgo scarica i liquami in un depuratore" (mentre in realtà l’autospurgo non scarica, ma riversa e smaltisce). Ed ancora nel linguaggio comune affermiamo a volte che "l’azienda scarica i liquami in una vasca", mentre nella vasca si opera un deposito temporaneo o uno stoccaggio di rifiuti liquidi e non certo uno scarico di acque reflue. Nasce così lo "scaricozzo", un ibrido tra concetto di scarico e concetto di rifiuto liquido (aziendale e domestico) che genera confusioni nella individuazione del concetto esatto di "scarico" che è solo quello che deriva dal dato normativo e non dalle prassi di uso comune. Questa videorelazione parte appunto da una stretta ed attenta lettura (parola per parola) del dato normativo della definizione formale ed ufficiale di "scarico" così come delineato dalla parte terza del D.Lgs n. 152/06 e traccia una serie di riflessioni ed approfondimenti di commento punto per punto proprio sulla esatta disciplina giuridica connessa anche in relazione alle diversità formali e sostanziali rispetto ai rifiuti liquidi (aziendali e domestici) i quali spesso vengono impropriamente confusi con lo "scarico" in senso stretto. Una riflessione articolata utile per i titolari di aziende, per i tecnici della pubblica amministrazione e per gli organi di polizia e controllo. In questo DVD che rappresenta la prima parte di una serie di videorelazioni sul tema si affronta specificamente il concetto specifico di "scarico"; mentre in altri DVD si continua l’esame del concetto generale e si affrontano temi collaterali come le diverse tipologie di scarico, i corpi ricettori, il divieto di diluizione, i problemi connessi alla assimilabilità alle acque reflue domestiche di alcuni scarichi aziendali ed i sistemi sanzionatori previsti dalla parte terza del D.Lgs n. 152/06 in relazione ai "reati satelliti" delineati dalla giurisprudenza. Un pacchetto di tre DVD strettamente sinergici seppur funzionalmente divisi in temi specifici ed autonomi.
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    € 18,00
  5. La delega interna aziendale con riflessi sulla responsabilità penale in materia ambientale

    La delega interna aziendale con riflessi sulla responsabilità penale in materia ambientale

    Una videolezione a cura del Dott. Maurizio Santoloci



    La responsabilità penale all'interno dell'azienda in caso di violazione della normative ambientali ha subito a livello di principio in questi ultimi anni una profonda e per certi versi inaspettata evoluzione da parte della giurisprudenza della Corte di Cassazione. Il il tema non è secondario, giacché attiene a livello pratico e concreto alle situazioni di imputabilità personale con conseguenze sul piano penale del titolare della ditta e sui soggetti da esso delegati. La materia non è affatto regolata da nessuna legge di settore, in particolare dalle normative sull'inquinamento idrico e sui rifiuti. In un contesto di generale carenza normativa specifica, per forza di cose si deve ricorrere a quell'istituto giuridico costituito dall'elaborazione giurisprudenziale in particolare della Cassazione. La relazione, dunque, affronta il quadro giuridico attuale delineato dalla nutrita serie di pronunce della giurisprudenza che incide profondamente sia sulle procedure di controllo da un lato che sulle posizioni dei singoli soggetti aziendali di vertice e delegati interessati.
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    € 16,00
  6. La polizia giudiziaria ambientale deve studiare ed applicare la giurisprudenza?

    La polizia giudiziaria ambientale deve studiare ed applicare la giurisprudenza?

    Videorelazione a cura del
    Dott. Maurizio Santoloci (febbraio 2014)



    Lo studio delle sentenze della Corte di Cassazione, ma anche dei Tribunali e delle Corti di Appello, nel settore penale è stato in passato considerato un impegno riservato a giudici ed avvocati e - comunque - a studiosi del diritto. Di fatto, la polizia giudiziaria ha sempre ritenuto la giurisprudenza (di legittimità e di merito) estranea ai propri profili di esame e di applicazione in sede di indagine, anche in coerenza con arcaiche concezioni scolastiche (maturate sotto la vigenza del pregresso codice di procedura penale) in base alle quali la PG sembrava solo dover "riferire i fatti" al PM in modo asettico e schematico nel vecchio "rapporto di polizia". Oggi la PG è chiamata a redigere invece una "comunicazione di notizia di reato", che è cosa ben diversa dal precedente "rapporto", ed è inserita in un modello processuale e sostanziale in continua evoluzione, entro il quale anche il ruolo del singolo operatore di PG non è più limitato alla vecchia formula "confermo gli atti a mia firma" ma è primario ed attivo nel contraddittorio dibattimentale ove si forma - al contrario di ieri - la prova. Quindi, in linea generale è oggi necessario un ruolo della polizia generale più moderno, flessibile, che ragioni anche sui dati e "prenda posizione" in particolar modo su materie e fatti spesso non standardizzabili o da relegare in schemi da prontuario. Il settore - poi - dei reati ambientali, a danno della salute pubblica ed a danno degli animali risente ancora maggiormente di evoluzioni impensabili in passato, atteso che di fatto oggi in questi tre campi giuridici la stratificazione di norme spesso non coordinate e vuoti normativi non rari hanno determinato in questi ultimi anni un intervento della giurisprudenza molto esteso, soprattutto con funzioni integrative e supplenti rispetto ai dati normativi. In particolare la Cassazione penale ha spesso creato di fatto nuovi principi giuridici che sono diritto vivente applicato quotidianamente nelle sedi giudiziarie. Si pensi - per citare solo due esempi - alla delega interna aziendale di rilevanza penale (che ha profondi riflessi anche procedurali nelle materie di inquinamento idrico e da rifiuti) ed ai reati del codice penale applicati ai grandi inquinamenti (che sono la base dei maggiori processi nel settore). Dunque, ignorare o sottovalutare questi dati giurisprudenziali da parte della polizia giudiziaria nei tre campi in esame significa spesso restare estranei alla realtà del diritto reale. Ed è proprio questo il tema della presente videorelazione del Dott. Maurizio Santoloci.
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    € 14,00
  7. TIPOLOGIE DI SCARICO E CORPI RICETTORI NEL CONTESTO DELLA DISCIPLINA DELLA PARTE TERZA DEL D.Lgs 152/06 ANALISI E COMMENTO

    TIPOLOGIE DI SCARICO E CORPI RICETTORI NEL CONTESTO DELLA DISCIPLINA DELLA PARTE TERZA DEL D.Lgs 152/06 ANALISI E COMMENTO

    Videorelazione con supporto di diapositive a cura del Dott. Maurizio Santoloci


    Nel precedente DVD "IL CONCETTO DI SCARICO: LA DEFINIZIONE NORMATIVA. ANALISI E COMMENTO" (presente separatamente nel nostro Shop on Line) il relatore, partendo dal presupposto che il concetto di scarico nel contesto della disciplina della parte terza del D.Lgs n. 152/06 è spesso oggetto di equivoci interpretativi ed applicativi, ha tracciato una stretta ed attenta lettura (parola per parola) del dato normativo della definizione formale ed ufficiale di "scarico" così come delineato dalla parte terza del D.Lgs n. 152/06 ed ha tracciato una serie di riflessioni ed approfondimenti di commento punto per punto proprio sulla esatta disciplina giuridica connessa anche in relazione alle diversità formali e sostanziali rispetto ai rifiuti liquidi (aziendali e domestici) i quali spesso vengono impropriamente confusi con lo "scarico" in senso stretto. In questo secondo DVD "TIPOLOGIE DI SCARICO E CORPI RICETTORI NEL CONTESTO DELLA DISCIPLINA DELLA PARTE TERZA DEL D.Lgs 152/06 ANALISI E COMMENTO" il relatore continua l’esame del concetto generale di "scarico" ed affronta temi collaterali come le diverse tipologie di scarico, i corpi ricettori, il divieto di diluizione, i problemi connessi alla assimilabilità alle acque reflue domestiche di alcuni scarichi aziendali ed altre tematiche specifiche che costituiscono in via parallela aspetti essenziali e collaterali per giungere ad una corretta e complessiva percezione approfondita del concetto di "scarico" in ogni sua componente funzionale a livello giuridico. Particolare rilievo è presente in questa videorelazione è riservato al tema della diversità delle tipologie di scarico, con un esame dei principi connessi alle acque reflue domestiche ed industriali ed al sinergico concetto delle acque reflue assimilabili alle domestiche, anche con un interessante accenno di approfondimento rispetto alla nuova disciplina degli scarichi da allevamenti zootecnici. Sempre presente il parallelo con i rifiuti liquidi previsti dalla parte quarta del T.U. Ambientale. Una riflessione articolata utile per i titolari di aziende, per i tecnici della pubblica amministrazione e per gli organi di polizia e controllo. In questo DVD che rappresenta la seconda parte di una serie di videorelazioni sul tema si affrontano dunque questi temi specifici, mentre in una terza videorelazione si delinea una riflessione sui sistemi sanzionatori previsti dalla parte terza del D.Lgs n. 152/06 in relazione ai "reati satelliti" delineati dalla giurisprudenza. Un pacchetto di tre DVD strettamente sinergici seppur funzionalmente divisi in temi specifici ed autonomi.
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    € 18,00
  8. Le fotografie: prova importante nei reati ambientali, a danno della salute pubblica ed a danno degli animali

    Le fotografie: prova importante nei reati ambientali, a danno della salute pubblica ed a danno degli animali

    Videorelazione a cura del
    Dott. Maurizio Santoloci (febbraio 2014)



    Le fotografie sono una prova importante da assicurare durante le indagini per i reati ambientali, a danno della salute pubblica ed a danno degli animali. Paradossalmente, si tratta di un elemento probatorio non espressamente previsto nel Codice di Procedura Penale mentre la genesi e la successiva disciplina sono da ricercarsi nella giurisprudenza. Tema di questa videorelazione del Dott. Maurizio Santoloci è – dunque – la validità e l’importanza delle foto nel contesto dei procedimenti penali per le tre tipologie di reati sopra citate, anche in relazione al carattere di irripetibilità dei relativi atti.
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  9. Il divieto di lettura degli atti per la polizia giudiziaria in sede processuale

    Il divieto di lettura degli atti per la polizia giudiziaria in sede processuale

    Videorelazione a cura del
    Dott. Maurizio Santoloci (febbraio 2014)



    Il divieto di lettura degli atti redatti dalla PG per un operatore di polizia giudiziaria (principio desunto dall’art. 514/2° comma Codice Procedurale Penale), in relazione alla modesta deroga di cui all’art. 499/5° comma medesimo codice, è da tempo oggetto di equivoci interpretativi ed applicativi da parte di molti agenti ed ufficiali appartenenti alle forze di polizia statali e locali.
    Molti ritengono questo principio incomprensibile e particolarmente vessatorio verso gli operatori di PG, anche e soprattutto perché in vigenza del pregresso codice di rito – invece - non solo il ruolo del teste di polizia era spesso limitato alla formula “confermo gli atti a mia firma”, ma comunque la lettura di tutti gli atti redatti dallo stesso teste era la regola ordinaria.
    Il vigente Codice di Procedurale Penale capovolge invece il sistema, ed in realtà questa norma – che a prima vista può apparire incomprensibile ed inapplicabile – è uno degli aspetti più rilevanti nel sistema di coerenza logico-procedurale del codice attuale, soprattutto nel contesto del principio basilare che vuole la formazione della prova in dibattimento e – dunque – nel contraddittorio delle parti.
    Per i reati ambientali, a danno della salute pubblica ed a danno degli animali il rispetto di tale aspetto procedurale appare essenziale al pari di ogni altra tipologia di reato.
    In questa videorelazione il Dott. Maurizio Santoloci affronta questo tema specifico, dalla genesi alla pratica applicazione per cercare di illustrare lo scopo, il contenuto e le metodologie di rispetto del principio in esame, superando prassi e consuetudini di pensiero e di applicazione ormai da abbandonare.
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  10. LA DISCIPLINA GIURIDICA DEL LETAME AGRICOLO E INDUSTRIALE

    LA DISCIPLINA GIURIDICA DEL LETAME AGRICOLO E INDUSTRIALE

    Videorelazione con supporto di diapositive a cura del Dott. Maurizio Santoloci



    La disciplina giuridica del letame agricolo ed industriale è, al pari delle regole sulla fertirrigazione, materia di dibattito. Molti ritengono che tutto il letame zootecnico sia sempre e comunque esente dalle regole di disciplina del D.Lgs n. 152/06 (parte quarta) perchè si tratterebbe di materiale in deroga totale rispetto alla normativa sui rifiuti. Altri confondono la disciplina giuridica del letame (sostanza palabile) con la disciplina della utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento (c.d. fertirrigazione, che riguarda invece sostanze liquide). Insomma, anche in questo caso decenni di interpretazioni inesatte e fuorvianti hanno creato una serie di prassi diffuse, basate spesso su principi senza alcun collegamento con il dato legislativo, che per molti sono ormai principi giuridici ufficiali. Altro grande equivoco viene generato dalla confusione tra letame agricolo riutilizzato in agricoltura e letame industriale, perchè molti ritengono che la disciplina sia identica e comunque sempre estranea alle regole sui rifiuti, fino ai livelli sanzionatori. In realtà la disciplina giuridica del letame agricolo ed industriale è articolata e si trova poi al confine con le regole sulla fertirrigazione, perchè le prassi di fatto mischiano nelle vasche aziendali sia il liquame che il letame. In questa relazione vengono delineate le regole giuridiche di settore, alla luce delle diverse ed antitetiche interpretazioni e considerate comunque le prassi consuetudinarie. Un DVD utile per le aziende che operano nel settore, per gli uffici amministrativi competenti, per i tecnici ARPA e per le forze di polizia statali e locali che sono impegnate nel campo ambientale. (è inoltre disponibile il DVD sul tema sinergico della disciplina giuridica della fertirrigazione).
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