Benvenuti sullo shop on-line di Dirittoambiente Edizioni
Videolezione con supporto di diapositive
A cura del Dott. Maurizio Santoloci
Magistrato
Un DVD su un argomento di interesse per le forze di polizia statali e locali, gli organi amministrativi e le aziende di settore
Parte terza e parte quarta del T.U. ambientale: il confine tra scarico di acque reflue e rifiuto liquido. Un argomento di rilevante importanza per tutti: aziende e privati, organi amministrativi deputati ai regimi autorizzatori, tecnici ARPA ed organi di polizia e vigilanza. Un tema fonte molto spesso di equivoci interpretativi derivanti da prassi storiche basate su principi di fatto non di rado privi di ogni fondamento giuridico. La videolezione - arricchita con il supporto di diapositive illustrative - affronta il tema base della rispettive discipline incrociate nelle due diverse parti del T.U ambientale, approfondisce il regime giuridico delle vasche aziendali e dei liquami domestici raccolti n pozzi neri, affronta il complesso tema degli autospurgo e del connesso trasporto dei rifiuti liquidi sia aziendali che domestici, fino a tracciare un quadro delle regole inerenti gli impianti di trattamento dei rifiuti liquidi in generale ed in particolare la disciplina dei depuratori comunali nel momento in cui ricevono il riversamento di liquami (rifiuti liquidi di acque reflue) in regime di deroga espressa o automatica, fino all'inquadramento delle illegalità diffuse in questo delicato settore.
Maurizio Santoloci (magistrato e membro della Commissione ministeriale per le revisione del T.U. ambientale) sviluppa in questo DVD un percorso ragionato, tracciando alcune procedure interpretative per giungere ad una pratica ed agevole lettura di questi articolati concetti.
Un momento di decodificazione semplificata delle nuove regole dopo la revisione del T.U. per fornire utili spunti applicativi a controllori e controllati.
L'abbandono ed il deposito incontrollato di rifiuti appare a prima vista un argomento minore e forse anche scontato nell'ambito della disciplina della parte quarta del D.Lgs n. 152/06. Invece è un tema oggetto permanente da anni di dibattiti, malintesi interpretativi ed applicativi e diffusissimi contenziosi amministrativi e penali. La relazione delinea un quadro dei vari principi, tracciando anche un parallelo con altre figure giuridiche "omonime" in materia di deposito come il deposito temporaneo ed il deposito preliminare ed i relativi sistemi sanzionatori. Si sofferma sulle ordinanze comunali di rimozione e rimessione in pristino e sui relativi aspetti di accertamenti preliminari soggettivi. Traccia un utile confine tra il riversamento di rifiuti solidi e rifiuti liquidi, chiarendo equivoci sulla confusione con lo scarico abusivo. Affronta il tema della responsabilità soggettive personali a livello amministrativo e penale e la diversificazione dei sistemi sanzionatori. Una relazione di interesse trasversale per i tecnici ARPA, e per tutti coloro che operano nel settore dei rifiuti e per gli organi di controllo ed amministrativi deputati alla vigilanza.
Per saperne di più
Gli "Illeciti ambientali in bianco" sono un settore particolare, poco conosciuto ed affatto affrontato in sede editoriale e seminariale; eppure rappresenta una materia importante, che coinvolge in modo diretto e profondo diversi settori cardine della disciplina della tutela giuridica ambientale del nostro paese.? Infatti in molti casi le violazioni di legge non sono poste in essere da soggetti privati che violano la normativa per perseguire la loro finalità, ma in modo incredibile e paradossale le violazioni di legge sono contenute in alcuni atti amministrativi che poi - a loro volta - autorizzano i privati e le società ad attuare comportamenti e realizzare opere che in se stesse sono in palese violazione di legge.? Un paradosso apparentemente assurdo. Che non dovrebbe esistere. Ma che nella realtà delle cose concrete esiste, ed è piuttosto diffuso. Si tratta di una vera e propria nuova disciplina, da molti sconosciuta o sottovalutata, per lo più sviluppata nel campo dell'edilizia e dei vincoli paesaggistici ambientali, ma ormai emergente anche nel settore delle acque e dei rifiuti; una realtà che sta determinando e causando una latente - seppur silenziosa - elevatissima statistica di opere ed attività realizzate in palese violazione di legge, ma nel contempo apparentemente intoccabile in quanto coperta ed avallata da atti amministrativi in se stessi illegittimi in quanto a loro volta emanati in violazione di legge.? Vale la pena dunque affrontare questa materia in modo organico, per fare il punto sulla situazione, e per offrire sia ai privati cittadini e alle associazioni ambientaliste ed animaliste da un lato, sia agli organi di polizia giudiziaria deputati ai controlli sul territorio e materia ambientale dall'altro, validi e chiari strumenti giuridici per affrontare - anche e soprattutto in sede penale - questo emergente e pericoloso fenomeno.
Videolezione con supporto di diapositive
A cura del Dott. Maurizio Santoloci Magistrato
Un DVD su un argomento di interesse per le forze di polizia statali e locali, gli organi amministrativi, tutti coloro che studiano il diritto ambientale
Abusi edilizi, sequestri demolizioni. Un tema di stretta attualità. Gran parte degli eventi di dissesto idrogeologico e dei conseguenti drammi sono originati dallo stravolgimento del territorio devastato dalle illegalità di ogni tipo che hanno gettato cemento su ogni area anche di protezione e vincolo. Le montagne prive di ogni freno naturale franano ed i fiumi escono fuori dagli argini che non ci sono più. L'abusivismo ha costruito dappertutto in modo sfacciato e dilagante. Bloccare le illegalità in materia edilizia e vincolistica è oggi un dovere non solo giuridico ma anche sociale ed economico. Gli strumenti ci sono. Sia in sede amministrativa, che in sede penale. Le norme sono chiare ed efficaci. Le regole previste dalle norme di settore e dal codice di procedura penale sono potenzialmente idonee e sufficienti per bloccare ogni forma di futuro abuso edilizio. Soltanto una diffusa disinformazione può sostenere che non ci sono buoni mezzi giuridici e procedurali per affrontare il fenomeno. In questo DVD l'autore, impegnato da circa 25 anni contro ogni forma di ruspa selvaggia, delinea con chiarezza e termini pratici sia il quadro delle poteri/doveri delle pubbliche amministrazioni previsti dalle leggi di settore, sia il sistema di intervento della polizia giudiziaria di iniziativa e della magistratura. Sequestri e demolizioni coattive vengono illustrati a livello procedurale con chiarezza sia con riguardo agli aspetti amministrativi che - soprattutto - in riferimento a quelli penali. Le due procedure sono parallele e sinergiche, e perfettamente attuabili allo stato attuale senza necessità di modifiche normative. La giurisprudenza della Cassazione, ampiamente citata nella relazione, integra le procedure di legge e fornisce innovativi poteri alla magistratura ed alla polizia giudiziaria. Fino alla gestione diretta delle demolizioni, attese le inerzie delle amministrazioni comunali. Un DVD, dunque, attuale, dinamico, che tratta cose reali e quotidiane. Poteri e doveri, regole e procedure, strumenti e principi pratici senza divagazioni teoriche. Sequestri e demolizioni sono giuridicamente possibili. Soprattutto in sede penale. La relazione illustra come e perchè.
Il titolo primario del presente DVD pone una domanda che deriva dal fatto che alcuni organi di polizia giudiziaria si ritengono "incompetenti" per intervenire in materia di reati a danno degli animali, nella convinzione che tali reati sono di competenza solo di alcuni organi di polizia specializzati. Accade a volte che su richiesta di intervento di una associazione animalista o di un privato cittadino in flagranza di un reato di maltrattamento, l’operatore di PG al quale si sta telefonando rifiuta l’intervento sul presupposto della “incompetenza” della propria forza di polizia e consiglia di rivolgersi ad altro organo di PG.
In questa videorelazione si espongono – invece – tutti i motivi in punto di diritto (soprattutto in relazione al codice di procedura penale) in base al quale i reati a danno degli animali sono, al pari di tutti gli altri reati inerenti ogni altro settore, di competenza generica di tutta la polizia giudiziaria.
Non esiste, quindi, alcuna competen za selettiva specifica che determini una esclusività operativa di un organo di P.G. verso questi reati o addirittura verso alcuni di questi reati. La riserva è inesistente a livello attivo e passivo; in altre parole, nessun organo di P.G. può essere consi derato competente in via esclusiva per alcuni reati ambientali (con esclusione di altri organi) né, al contrario, nessun organo di polizia può ritenersi esonerato parzialmente o totalmente dalla competenza verso questi reati (con rinvio ad altri organi).
Indubbiamente esiste una specializzazione di fatto che fa sì che alcuni organi siano istituzionalmente preposti e preparati in particolare verso determinate tipologie di illeciti, ma questo non esime gli stessi organi dalla competenza verso gli altri reati ed in particolare, per quanto attiene al settore in esame, non li esime dal potere/dovere di intervento verso illeciti di diversa tipologia nel campo della tutela giuridica degli animali.
Viene esaminato anche il D.M. 23 marzo 2007, che da alcuni viene richiamato per sostenere queste presunte "incompetenze", mentre il relatore dimostra in questo video che tale decreto non sortisce certo l’effetto di concedere solo ad alcuni organi di polizia la competenza esclusiva per i reati di settore, esonerando gli altri organi di polizia dalla medesima competenza.
Si esamina - inoltre - il disposto del secondo comma dell’art. 40 del Codice Penale in relazione al dovere di tutta la polizia giudiziaria di impedire che tutti i reati in flagranza (compresi quelli a danno degli animali) vengano portati ad ulteriori conseguenze, e l’obbligo di legge per ogni organo PG di riferire alla Guardia di Finanza ogni reato che comporti anche una violazione fiscale e tributaria (tema importante – ad esempio – per i reati connessi al traffico di cuccioli).
Il linguaggio della videorelazione è semplice, seppur ricco di specifici spunti tecnici supportati da diapositive, per offrire una chiarezza di esposizione non solo per gli operatori del settore, ma anche per le guardie volontarie, g li attivisti delle associazioni e tutti i “non addetti ai lavori” non esperti nel campo del diritto.
Il D.Lgs n. 121/2011 ha creato una innovazione “storica” nel nostro sistema giuridico/ambientale prevedendo per la prima volta una responsabilità diretta delle aziende in relazione ai reati ambientali commessi da soggetti apicali o dipendenti all’interno della stessa struttura aziendale. Le sanzioni sono spesso rilevanti per l’azienda e concorrono con le sanzioni penali delle persone fisiche. Cambia dunque radicalmente da un lato la posizione degli enti e delle società in relazione agli illeciti ambientali, con la necessità ormai inderogabile di attivare modelli idonei ad evitare la “colpa di organizzazione” e, dall’altro lato, cambia profondamente l’approccio della polizia giudiziaria nell’accertamento dei reati ambientali nei contesti aziendali atteso che oggi è necessario redigere una comunicazioni di notizia di reato “bisafica” che esponga anche tale posizione nei minimi dettagli. Il DVD affronta concetti, limiti e punti critici applicativi in relazione alle regole di base dettate dal D.Lgs n. 231/01 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Si risponde all’interrogativo: ma davvero una azienda può essere responsabile penalmente per la commissione di reati ambientali? Si illustra quando e come si configura la responsabilità dell’azienda in materia di ambiente a norma del D.Lgs n. 231/2001. Si espongono gli aspetti della responsabilità amministrativa dell’azienda e la responsabilità penale della persona fisica che ha commesso il reato: due posizioni autonome. Si delinea la responsabilità dell’azienda per i reati commessi da soggetti in posizione apicale e dei soggetti in posizione subordinata. Vengono illustrati i “reati presupposto” che determinano la insorgenza della responsabilità dell’azienda come persona giuridica: concetto essenziale per la disciplina delle nuove regole di sanzioni a carico degli enti. Nel chiarire quando viene meno la responsabilità dell’azienda, ci si chiede se è sufficiente per una azienda dotarsi di una certificazione ambientale per esimersi da qualsiasi responsabilità? Si affronta il tema dei modelli organizzativi dell’azienda: l’evoluzione della responsabilità penale all’interno dell’azienda; i modelli di organizzazione, di gestione e di controllo adottati dall’azienda per dimostrare la propria diligenza organizzativa a norma del D.Lgs. n. 231/2001. Il percorso di legalità preventivo dell’azienda per evitare la “colpa di organizzazione”. Si illustrano le sanzioni a carico dell’azienda: sanzioni pecuniarie e sanzioni interdittive. Chi è competente per irrogare tale sanzioni? Si illustra come cambia la struttura della comunicazione di notizia di reato per la polizia giudiziaria ambientale dopo il D.Lgs n. 121/2011: la necessità di notiziare il PM in modo specifico anche sulla responsabilità (o meno) dell’azienda rispetto ai reati commessi dai soggetti apicali o dipendenti. Il DVD è dunque finalizzato, con un taglio pratico, ad illustrare ai soggetti aziendali ed agli organi di controllo le grandi novità che – rispettivamente - li riguardano. Ma è anche un DVD utile per avvocati ed operatori del diritto a vario livello attese le rilevanti novità di principio oggi vigenti.
Videorelazione a cura del Dott. Maurizio Santoloci
con supporto di diapositive
(Circa un’ora di relazione)
Per saperne di piùIl Decreto Legislativo 16 marzo 2015 n. 28 introduce una rilevante novità, prevedendo la potenziale applicazione del principio di non punibilità per “tenuità dal fatto” per i reati per i quali è prevista la pena detentiva non superiore a cinque anni, laddove si verifichino tuttavia alcune condizioni specifiche. Le implicazioni e gli ambiti di applicazione della nuova norma riguardano la maggior parte dei reati ambientali, a danno della salute pubblica ed a danno degli animali. Si registrano interpretazioni fuorvianti che ritengono sussistere depenalizzazioni, decriminalizzazioni ed assoluzioni. In realtà non è affatto così. Ma comunque l’impatto sui tre settori sopra citati è rilevante. Si tratta di un pacchetto di profonde modifiche che interessano non solo magistrati ed avvocati, ma anche in primo tutta la polizia giudiziaria che è chiamata a profondi cambiamenti nella redazione degli atti, ad iniziare dalla struttura della comunicazione di notizia di reato. Il tema è di rilievo anche per le guardie volontarie delle associazioni ambientaliste ed animaliste in relazione alla loro attività ed agli atti formali connessi. Infine anche gli attivisti “non tecnici” delle associazioni devono tener conto di questa rilevante novità in tutte le azioni di denuncia e - comunque - di azione giuridica nel campo dei reati ambientali, a danno della salute pubblica ed a danno degli animali.
Il Decreto Legislativo 16 marzo 2015 n. 28 introduce una rilevante novità, prevedendo la potenziale applicazione del principio di non punibilità per “tenuità dal fatto” per i reati per i quali è prevista la pena detentiva non superiore a cinque anni, laddove si verifichino tuttavia alcune condizioni specifiche. Le implicazioni e gli ambiti di applicazione della nuova norma riguardano la maggior parte dei reati ambientali, a danno della salute pubblica ed a danno degli animali. Si registrano interpretazioni fuorvianti che ritengono sussistere depenalizzazioni, decriminalizzazioni ed assoluzioni. In realtà non è affatto così. Ma comunque l’impatto sui tre settori sopra citati è rilevante. Si tratta di un pacchetto di profonde modifiche che interessano non solo magistrati ed avvocati, ma anche in primo tutta la polizia giudiziaria che è chiamata a profondi cambiamenti nella redazione degli atti, ad iniziare dalla struttura della comunicazione di notizia di reato. Il tema è di rilievo anche per le guardie volontarie delle associazioni ambientaliste ed animaliste in relazione alla loro attività ed agli atti formali connessi. Infine anche gli attivisti “non tecnici” delle associazioni devono tener conto di questa rilevante novità in tutte le azioni di denuncia e - comunque - di azione giuridica nel campo dei reati ambientali, a danno della salute pubblica ed a danno degli animali.
Edizione ottobre 2015
(Circa 30 minuti di relazione ogni DVD)
CLICCA QUI PER ACQUISTARE ENTRAMBI I DVD AL VANTAGGIOSO COSTO DI € 25 !!!
Per saperne di più